di Rita Pomponio
La prima impressione che si avverte leggendo il libro
di Mauro Nasi, è la gradevole sensazione di “riconciliazione” con la
storia. Un sentimento necessario per poter ripercorrere oggettivamente
la recente storia italiana senza pregiudizi o risentimenti. Interessanti le pagine che riportano il ricordo che Mario fa del proprio padre. Quando il genitore, appena ventitreenne, nei primi anni del Novecento s’imbarcò per la lontana America. E qui lavorò per 13 anni a costruire una delle maggiori ferrovie degli Stati Uniti. Soltanto la nostalgia per l’amata Patria riuscì a convincerlo a ritornare. Abbandonando così una vita agiata, dove poteva permettersi addirittura di assistere ai concerti del celebre tenore Enrico Caruso al “Metropolitan Opera House” di New York, il più grande Teatro d’Opera del mondo, per sposare una ragazza di Pastena (Frosinone), sua terra d’origine. E, subito dopo, grazie ai dollari guadagnati in America, riuscì ad acquistare un terreno a Cisterna di Latina, in località Cerciabella, dove nacquero i suoi figli. |
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Una vita difficile, negli anni Venti, per gli abitanti dell’Agro Pontino
infestato allora dalla malaria. E il ricordo di Mario torna, quasi con
nostalgia, al grande sconfinato silenzio di quei luoghi e alla loro
selvaggia bellezza prima che arrivasse la bonifica delle Paludi Pontine
a cambiarne nomi e paesaggi. Il giovane, non aveva che diciannove anni quando arrivò a Roma. Chiamato al servizio militare di leva come Allievo Carabiniere, fu in seguito trasferito al Reggimento a cavallo, proprio mentre un inquietante vento di guerra cominciava a soffiare sull’Europa intera. |